lunedì 17 maggio 2010

Vogalonga: sport, folclore e protesta

Girando per Venezia si ha spesso l’impressione di vivere in un’altra epoca, in cui non ci sono macchine né traffico, e può sembrare che il tempo si sia fermato rendendo edifici, calli e campi immutabili e sempre uguali nel tempo.

Poi però basta affacciarsi sul Canal Grande, e ancora di più sul bacino di San Marco, per capire che la modernità, con i suoi annessi e connessi, è arrivata anche nella città lagunare: il rumore dei motori delle barche, che può cozzare con il silenzio delle calli interne alla città, e la vista delle grandi navi da crociera che si avvicinano alle coste ci riportano alla realtà. Ma guardando al Canal Grande, o percorrendolo a bordo di un vaporetto dopo aver passeggiato tra le calli senza tempo di venezia centro, nelle quali gli unici rumori sono le voci dei passanti, non si può evitare di chiedersi: chissà com’era Venezia quando non c’erano ancora le barche a motore, e si poteva spostarsi solo con le barche a remi?

Un pensiero del genere devono averlo fatto anche gli organizzatori della prima vogalonga, ossia uno degli eventi remieri più importanti di Venezia, una regata di circa 30 km cui partecipano ogni anno moltissime imbarcazioni a remi. L’esigenza di dare vita ad un evento del genere non derivava però dal semplice desiderio di ammirare Venezia così come doveva apparire in passato, ma dalla precisa volontà di protestare contro il moto ondoso causato dalle imbarcazioni a motore che, allora come oggi, rischia di arrecare dei gravi danni alla città lagunare. Lo scopo degli organizzatori della prima edizione della vogalonga, nel 1974, era proprio quello di esprimere il proprio dissenso verso un fenomeno dannoso per la città, e di attirare l’attenzione verso questo problema. Alla prima edizione della manifestazione parteciparono circa 500 imbarcazioni a remi, numero che aumentò di anno in anno fino a raggiungere le oltre 1500 partecipazioni degli anni più recenti. I numeri parlano chiaro, e mostrano il successo che l’evento ha avuto e continua ad avere, anche se bisogna dire che con gli anni la vogalonga ha perso un po’ quell’iniziale carattere di protesta, diventando più che altro un evento folcloristico e sportivo, cui prendono parte anche moltissimi vogatori stranieri che colgono l’occasione per trascorrere un week-end venezia.

Dalla prima edizione del 1974, ogni anno nel mese di maggio la vogalonga regala a Venezia, ai suoi abitanti e ai turisti una domenica senza traffico e senza motori (nel 2010 la manifestazione si svolgerà il 23 maggio), una domenica in cui la città lagunare si colora di centinaia di imbarcazioni a remi provenienti da tutto il mondo: durante la vogalonga una tipica barca veneziana può trovarsi fianco a fianco con le barche degli studenti delle università di Oxford e Cambridge, o con una dragon boat cinese. Sono anche questa varietà e questa internazionalità a rendere interessante l’evento, che pure era nato dal desiderio di recuperare antiche barche e tradizioni veneziane, quali la voga veneta, ma che con gli anni è diventato un evento di più ampio respiro.

Ad attirare così tanti vogatori anche dall’estero contribuisce sicuramente la bellezza della cornice in cui si svolge la vogalonga: le barche si radunano e partono dal bacino di San Marco, di fronte al Palazzo Ducale, per poi dirigersi verso le isole della laguna; rientrano poi a Venezia attraverso il Rio di Cannaregio, terminando il percorso a Punta della Dogana. Uno spettacolo anche per gli spettatori, che durante il loro soggiorno a venezia hanno modo di vedere una Venezia insolita, animata da barche a remi di ogni foggia e nazionalità, e di gustare il sapore della Venezia del passato.



A cura di Francesca Tessarollo

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