giovedì 29 settembre 2011

Legno prezioso


Ultimamente il tema della tutela ambientale giunge sempre più spesso alla ribalta dell’opinione pubblica; dopo decenni di sfruttamento sconsiderato delle risorse del nostro pianeta è forse giunto il momento di passare dalle parole ai fatti.
Non molti sanno che una delle risorse più idonee per invertire questa tendenza è la legna da ardere, utilizzata nei vecchi camini come nei più recenti termocamini, ma anche nei forni a legna, come prodotto da cippare o per la produzione di energia elettrica.
Il legno è una risorsa:
-pulita, perché non lascia scorie o altri elementi dannosi dopo la combustione, ma solo sostanze naturali;
-disponibile, perché la sua produzione può essere effettuata ovunque e non crea di certo danni alla natura;
-biologica, dal momento che è prodotta da organismi viventi;
-neutrale, perché se è vero che durante la combustione viene rilasciata nell’atmosfera anidride carbonica, è altrettanto vero che negli anni precedenti l’albero ha assorbito enormi quantitativi di CO2 tramite il procedimento della fotosintesi;
-compatibile, perché diversamente da gasolio, gas o petrolio non è destinata ad esaurirsi e non contribuisce alla formazione dell’effetto serra;
-rinnovabile, poiché si crea tramite alberi ed arbusti che si riproducono in continuazione sfruttando l’energia offerta dal sole.
In Italia viene prodotta una quantità di legna da ardere quasi autosufficiente per i bisogni nazionali, raggiungendo anche il 90% del totale.
Negli anni ‘60 la produzione arrivava a circa 7 milioni di metri cubi l’anno; in seguito alla deruralizzazione delle campagne del decennio successivo si è scesi fino a 4 milioni l’anno, mentre ai giorni nostri il consumo si è stabilizzato intorno ai 5 milioni.

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