La musica elettronica è ormai molto diffusa e ha "contaminato" molti altri  generi, ma la sua origine è più antica di quanto si possa immaginare.
Al  giorno d'oggi termini quali sintetizzatore, drum machine, scheda  registrazione audio sono diventati di uso comune quando si parla di musica,  e non solo di musica elettronica, ma anche se tali termini si sono diffusi in  epoca abbastanza recente, non tutti sanno che le prime sperimentazioni con  l'elettronica in campo musicale sono avvenute molti anni fa. Il primo strumento  elettronico risale addirittura al 1897, anno in cui Thaddeus Cahill, un avvocato  e imprenditore americano, brevettò il telharmonium, un colosso di 200 tonnellate  che, nell'intento del suo inventore, avrebbe dovuto trasmettere la musica  tramite le linee telefoniche. Il progetto di Cahill non ebbe un grande successo,  e venne anzi archiviato nel 1908. L'americano rimane comunque nella storia come  uno dei precursori dell'elettronica applicata alla musica.
Qualche anno  più tardi, più precisamente nel 1917, vide la luce uno strumento elettronico che  viene tuttora utilizzato, ossia il theremin. Inventato da Leon Termen, lo  strumento era dotato di due antenne che servivano per controllare l'altezza e il  volume del suono. Un altro strumento entrato nella storia, ossia l'organo  Hammond, fece la sua comparsa nel 1935. Lo strumento, che prese il nome dal suo  inventore, Laurens Hammond, ottenne un clamoroso successo, e ancora oggi  l'Hammond è considerato come l'organo per antonomasia. Sono questi i primi germi  della musica elettronica, i progenitori che hanno dato vita ad una discendenza  che comprende ormai diversi tipi di strumenti, dai campionatori alle tastiere MIDI  USB.
Facciamo ora un piccolo salto in avanti, verso gli anni  Sessanta. È questo il decennio dei sintetizzatori analogici, come il Moog (che  prende il nome dal suo inventore, Robert Moog), che venne realizzato nel 1964.  Il sintetizzatore Moog giocò un ruolo fondamentale nella produzione di uno dei  primi dischi di musica elettronica di successo, Switched on Bach di Wendy  Carlos. L'evoluzione dei sintetizzatori continuò anche nel decennio successivo:  negli anni Settanta nacquero infatti i primi sintetizzatori digitali, come per  esempio il Synclavier (1977). Qualche anno più tardi la versione aggiornata del  Synclavier avrebbe ottenuto un notevole successo anche nel mondo del cinema e in  quello della produzione di musica pop.
Bisogna però aspettare gli anni  Ottanta per assistere ad un successo anche commerciale della musica elettronica  e degli strumenti utilizzati per comporla. E fu proprio a causa della massiccia  diffusione di questo genere di strumentazione che, negli anni Ottanta, si rese  necessario un accordo tra i vari produttori per trovare un linguaggio standard.  Da questa esigenza nacque l'interfaccia  MIDI (letteralmente Musical Instrument Digital Interface, ossia interfaccia  musicale per strumenti digitali), il protocollo standard per l'interazione degli  strumenti musicali elettronici prodotti anche da diverse aziende, che viene  ancora oggi utilizzato nella produzione di musica digitale.
I veloci e  continui sviluppi tecnologici che si sono avuti negli anni successivi, e che  continuano a caratterizzare l'epoca in cui viviamo, non hanno fatto che  incoraggiare ulteriormente l'evoluzione e la diffusione degli strumenti  elettronici, rendendoli accessibili anche ad un pubblico più vasto, e ampliando  il loro campo di applicazione alle più diverse forme di arte  audiovisiva.
Articolo a cura di Francesca Tessarollo
Prima Posizione  Srl - posizionamento  nei motori
Viale dell'Industria, 60 - 35129 Padova PD
Tel. 049 776196 - Fax. 049 8087806
www.prima-posizione.it - info@prima-posizione.it
Nessun commento:
Posta un commento