Le professioni sanitarie rappresentano un patrimonio per la collettività e nonostante il percorso formativo preveda delle tempistiche abbastanza lunghe fra Università, tirocini e specializzazioni, le professioni mediche sono di sicuro fra quelle che sentono meno la crisi.
I laureati in discipline mediche di tutta Italia infatti sono tra quelli che trovano per primi un posto di lavoro, e nel frattempo alcune Università mettono a disposizione dei loro studenti più meritevoli delle borse di studio, come fa ogni anno l’Università La Cattolica di Brescia, che offre ai neolaureati in fisioterapia presso l’Ospedale di Cremona l’opportunità di vincere il “Premio Roberto Telli” che offre un riconoscimento ai neolaureati che si siano distinti maggiormente per il contenuto e lo spessore delle loro tesi di laurea. Premiazioni di questo tipo infatti sono utili non solo per riportare alla memoria il ricordo di persone scomparse che, come in questo caso, nel corso della loro vita si sono distinte per il proprio operato in campo medico, ma indubbiamente anche per dare un aiuto ai giovani neolaureati di oggi, che saranno i medici di domani e che svolgeranno la loro attività nel Pronto Soccorso di Padova, in
radiologia Frosinone, in ostetricia Cagliari, in pediatria Torino, in medicina chirurgia Caserta , in Urologia a San Francisco o da qualsiasi altra parte del mondo.
Moltissimi infatti sono gli studenti che per il loro percorso di studi in medicina scelgono un’università con sede in un’altra città e che quindi devono affrontare, oltre alle difficoltà connesse allo studio, anche una serie di spese e disagi derivanti dal non vivere con la propria famiglia.
I giovani medici di tutta Italia dovrebbero stare attenti però a salvaguardare il buon nome della loro categoria dato che pare che nella nostra penisola si stiano riscontrando alcuni casi per i quali calza a pennello il detto “l’abito non fa il monaco”. Spesso infatti si sente di casi di dietologi/dietologhe, fisioterapisti ma anche medici operanti in strutture di sanitarie pubbliche che operano pur non avendo la licenza per farlo.
Se siete soliti rivolgervi al reparto di fisioretapia Caserta, cardiologia Venezia o otorinolaringoiatria Genova, meglio informarsi nel caso vogliate passare ad un consulto privato o ad un’altra azienda ospedaliera, per la serie fidarsi è bene, non fidarsi è meglio- anche se la categoria che sembra essere più coinvolta in questo fenomeno è quella dei medici fisioterapisti Kinesisti, tecnici della riabilitazione, masso fisioterapisti manipolatori e massaggiatori.
Secondo un’indagine del 2010 effettuata dal coordinamento nazionale delle professioni sanitarie (Conaps) in Italia il numero di fisioterapisti abusivi è doppio rispetto a quello degli abilitati (100.000 contro 50.000), ciò significa che chi è alla ricerca di un professionista per farsi curare un mal di schiena, un danno muscolare o per riprendersi da un infortunio ha esattamente due possibilità su tre di finire nello studio di un non-professionista che si spaccia per tale; tale diffusione è facilitata dal fatto che in Italia c’è un po’ di confusione data dal fatto che una legge, abrogata solo poco fa, equiparava i laureati in scienze motorie ai laureati in fisioterapia. Ad oggi invece l’ Associazione Italiana Fisioterapisti riconosce solo quattro tipi di branche della disciplina e quindi 4 figure professionali: Fisiokinesiterapista, Terapista della riabilitazione, Tecnico fisioterapista della riabilitazione, Terapista della riabilitazione dell'apparato motore.
Serena Rigato
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