giovedì 26 dicembre 2019

Problema con il marito fedele? L'unica soluzione è la separazione?

I motivi che possono portare le coppie a spezzare l'unione matrimoniale sono tanti, uno dei quali più frequenti è senz'altro l'infedeltà coniugale del marito, anche se spesso i motivi di rottura sono dovuti a delle insanabili incompatibilità di carattere, che finiscono inevitabilmente per incidere sull'armonia familiare.

Nel sistema giuridico italiano, la prova della violazione dei doveri coniugali dei coniugi in costanza di matrimonio può essere motivo di addebito dello stesso, con conseguenze rilevanti anche in ordine alle questioni economiche della separazione, avendo per legge, entrambi i coniugi, il dovere di assicurare il rispetto di tutti gli obblighi suddetti, come ad esempio la fedeltà morale, oltre ad altri doveri rilevanti.

Ma la soluzione alla crisi coniugale è davvero la separazione consensuale?

La separazione come unica scelta possibile

La separazione coniugale, in alcuni casi, diventa davvero una scelta inevitabile.
Non sempre infatti è facile gestire i conflitti psicologici correlati alla crisi matrimoniale, e talvolta proseguire la convivenza con l'altro coniuge diventa davvero insostenibile, oltre che doloroso.

Spesso si tende ad associare erroneamente il concetto di fedeltà con quello di "fisicità".

E' bene tenere conto, infatti, che la giurisprudenza ha ritenuto spesso violato questo dovere anche in assenza di un'infedeltà intesa in senso fisico, ritenendo che la violazione dell'aspetto morale del dovere fosse comunque un elemento rilevante, in grado di determinare comunque l'addebito della separazione (immaginiamo il caso del coniuge che tradisce moralmente la moglie, svelando i segreti di quest'ultima).

Non necessariamente, dunque, un partner fedele dal punto di vista fisico è un partner effettivamente "fedele" dal punto di vista giuridico, potendo lo stesso violare il dovere con comportamenti scorretti, "legittimando" così la richiesta di separazione dell'altro coniuge.

In questi casi, così come in tutte le altre ipotesi di rottura affettiva tra i coniugi, la separazione legale diventa l'unica soluzione adeguata, perché la perseveranza, in un rapporto ormai privo di fiducia e stima, può generare stati di insofferenza importanti, soprattutto se la coppia ha prole, ovvero figli di minore età.

Separazione consensuale: una scelta sofferente ma obbligata in caso di conflitti insanabili

In base al tenore dell'art. 151 del codice civile, la separazione può essere richiesta dai coniugi quando, nel corso del matrimonio, si sono verificati fatti tali da rendere non sostenibile, soprattutto dal punto di vista psicologico, la prosecuzione del matrimonio.

Quando la convivenza tra i due è diventata impossibile, tuttavia, la coppia può optare innanzitutto per una separazione di fatto, che consiste in un periodo di temporaneo distacco, volto a capire se la crisi coniugale è definitiva o soltanto temporanea, con la possibilità di una riconciliazione.

La separazione di fatto consiste nell'interruzione momentanea di alcuni doveri coniugali, disposta a favore di uno dei due coniugi.
Si tratta di un istituto che non richiede l'intervento del giudice, e che si differenzia dalla separazione legale per diversi aspetti.

Separazione di fatto vs separazione legale: quali sono le differenze?

Al termine del periodo di separazione, i due coniugi potranno così capire se è il caso di proseguire con la separazione legale, o se, al contrario, riprendere la convivenza matrimoniale.

Con la c.d separazione di fatto i due coniugi avviano un periodo di sospensione temporanea del vincolo matrimoniale, a seguito di un accordo privato (la decisione può essere presa dunque soltanto con il consenso unanime di entrambi i partner).

L'istituto della separazione di fatto, tuttavia, non ha valore legale e non è disciplinata dal codice civile, di conseguenza anche se attuato, l'istituto non basta a iniziare l'iter legale per la dichiarazione di divorzio (per ottenere quest'ultima, infatti, è necessario che i due coniugi presentino un'apposita richiesta di separazione legale, potendo poi successivamente decidere se mantenere lo status di "separati" o proseguire con l'iter che, a determinate condizioni previste dalla legge, porta al divorzio (anche nel caso di divorzio senza figli, naturalmente, il giudice definirà gli aspetti economici del caso, compresi quelli relativi all'eventuale mantenimento a favore del coniuge più debole).

La separazione coniugale, dunque, diventa spesso l'unica soluzione possibile, soprattutto quando i due partner, pur avendo "tentato" una temporanea lontananza, non riescono a ristabilire l'affetto e l'iniziale unione coniugale.

Per gestire l'intero iter burocratico, i coniugi possono richiedere l'assistenza dell'avvocato divorzista a Roma, un professionista specializzato nella gestione delle crisi familiari.       

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