lunedì 28 novembre 2011

Le soldatesse scendono, le poliziotte salgono

Che la carriera militare abbia cessato di essere una prerogativa maschile lo si sa. Anche se attualmente le donne che fanno richiesta di arruolamento sono in calo, la carriera militare è una strada che molte ragazze prendono in considerazione. Fare il soldato però non è di certo una via “facile”, scelta in alternativa alla prospettiva della precarietà occupazionale che dilaga nella nostra penisola, ma è una scelta di vita, una scelta che deve essere consapevole e che porta sicuramente molte soddisfazioni, ma anche parecchie rinunce e sacrifici da parte delle aspiranti soldatesse.

L’ingresso delle donne nelle forze armate è stato sancito dalla legge 20 Ottobre 1999, n. 380 che sancisce una svolta nel mondo militare, pur non prevedendo nessun tipo di privilegio o di penalizzazione nei confronti delle donna. Il trattamento e la progressione di carriera nell’arma è identico a quello dei colleghi uomini e prevede quindi l’accesso alle donne sia degli incarichi operativi che di quelli logistici, identico vestiario militare e permessi solo leggermente modificati per consentire alla soldatesse di effettuare visite mediche tipicamente femminili.

La percentuale di donne nell’esercito ad ogni modo è vertiginosamente scesa dal 2000, anno successivo all’ammissione del gentil sesso alla carriera militare; il dato aggiornato a marzo 2011 è di un totale di 1053 donne, che corrispondono a circa lo 0.6% dell’effettivo reale dell’esercito. La maggior parte delle donne nell'esercito è incorporata in formazioni delle truppe di aiuto alla condotta, delle truppe della logistica, delle truppe sanitarie e nel Settore Istruzione e supporto. Il 19% (+0,5% dal 2010) è incorporato nelle truppe di combattimento (fanteria, truppe blindate, artiglieria, truppe del genio). Il 9% (+1%) fa parte delle Forze aeree. Distintivi militari quindi in calo per le donne, che sono state però risorse importanti in occasione di alcuni scontri avvenuti in Bosnia e Kosovo prima, e di recente in Afghanistan. Proprio in Afghanistan sono partite con il contingente Nibbio, nel corso dell'operazione Enduring Freedom, svoltasi a partire dal febbraio 2003 e conclusasi nel 2005; altra occasione in cui le donne soldato, oltre che a svolgere gli stessi compiti degli uomini, sono state incaricate anche di mantenere gli eventuali contatti con la componente femminile della popolazione locale, è stata quella della missione Antica Babilonia, in Iraq.

Per quanto riguarda i distintivi polizia, le donne poliziotte in Italia sono circa 14.862 e una su cento arriva ad avere ruoli dirigenziali. Più di un terzo è impegnato nelle specialità Stradale, Ferroviaria, Frontiera, Postale e nei Reparti speciali.  Diversamente a quanto è successo per l’esercito, le donne attive nella polizia sono raddoppiate negli ultimi vent’anni e sono impegnate soprattutto in ruoli tecnico-scientifici, piuttosto che sociologici. Hanno un livello di istruzione abbastanza elevato (il 27% è laureato) ed hanno più determinazione dei colleghi maschi a fare carriera: il 6% raggiunge il grado di commissario, contro l’1,8% dei maschi.

 

Serena Rigato

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