Alemanno: «A 150 anni dall’unità d’Italia non esistono solamente una questione meridionale e una questione settentrionale, ma anche una questione “centrale”»
Teramo, 11 marzo 2011, ore 18,00 Auditorium Parco della Scienza, Via G. De Benedictis (quartiere Gammarana).
Nell’ambito del dibattito relativo alle diverse specificità territoriali, politiche ed economiche che concorrono storicamente alla formazione dell’identità nazionale italiana, la Fondazione Nuova Italia ha voluto organizzare un incontro dedicato a quella realtà sovente tenuta ai margini dell’attenzione mediatica, ma che si trova sia idealmente che materialmente al “centro” della vita del Paese.
“Nel cuore dell’Italia. Integrazione, sviluppo e geopolitica delle regioni di mezzo” vuole costituire un momento di riflessione volto a mettere in luce il valore culturale, le potenzialità turistiche e le prospettive di sviluppo delle regioni dell’Italia centrale. Si tratta di una prospettiva evidenziata anche dal sindaco di Roma Capitale, Gianni Alemanno, secondo cui: «l’Italia centrale costituisce non solo fisicamente il baricentro della vita della Penisola. È attraverso la conoscenza e l’ottimizzazione delle risorse delle diverse macro-aree che compongono il Paese e la creazione di una macchina amministrativa – tanto efficiente che sappia organizzarle in un sistema integrato – che sfide importanti come la realizzazione del federalismo possono costituire una forza centripeta, anziché una forza centrifuga, per il futuro dell’Italia. A 150 anni dall’Unità d’Italia risulta ormai chiaro che, oltre a una questione meridionale e una questione settentrionale, esiste nel Paese una questione “centrale” che, tuttavia, offre principalmente possibilità coesive».
Sulla stessa lunghezza d’onda si trova anche il direttore del Centro studi della Fondazione Nuova Italia, Salvatore Santangelo, secondo cui: «la scelta del federalismo fiscale può comportare sia spinte aggregative che disaggregative. Quanti sottolineano solo il primo aspetto rischiano di ingenerare il classico meccanismo delle profezie che si auto-avverano. La solidarietà tra le diverse anime dell’Italia, infatti, non viene messa in questione dal metodo di amministrazione del gettito fiscale, ma dalle tensioni che potrebbero emergere tra le diverse classi politiche locali qualora non trovassero un baricentro intorno al quale far ruotare un progetto politico di respiro nazionale. È attraverso il rinnovamento dei quadri dirigenti del Paese che il federalismo può diventare un’occasione di crescita per tutti. Il Lazio e l’Abruzzo, in questo senso, rappresentano un modello da seguire».
Questa necessità di “unione” è sottolineata, in una dimensione diversa ma complementare, anche dall’assessore della Regione Abruzzo, Giandonato Morra,per il quale: «All’organizzazione di questo incontro plaudo per due ragioni. Anzitutto perché offre un buon esempio di come utilizzare le fondazioni e le associazioni culturali per aprire un dibattito politico senza dividere un partito, la cui organicità, al contrario, risulta rivitalizzata dall’effervescenza delle idee. In secondo luogo, perché costituisce l’ulteriore prova che Roma Capitale, qui rappresentata dal sindaco Alemanno, non costituisce un progetto di crescita autoreferenziale, ma esprime la volontà di restituire a Roma il suo tradizionale ruolo di centro propulsivo per l’intera Italia». All’incontro porteranno i saluti istituzionali il sindaco di Teramo Maurizio Brucchi e il presidente della provincia di Teramo Valter Catarra. Introdurrà i lavori l’assessore ai trasporti della regione Abruzzo Giandonato Morra e interverranno il deputato e segretario nazionale dei Circoli Nuova Italia Francesco Biava, il deputato Carla Castellani, il governatore della regione Abruzzo Gianni Chiodi, il senatore Fabrizio Di Stefano, il senatore Paolo Tancredi e il senatore e coordinatore del Pdl abruzzese Filippo Piccone. Modererà il dibattito Salvatore Santangelo, direttore del Centro studi della Fondazione Nuova Italia e concluderà Gianni Alemanno in qualità di presidente della Fondazione Nuova Italia
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