giovedì 18 agosto 2011

Ospedali: quasi la metà dei pasti viene buttata

Siamo fin troppo bravi a sprecare, divorati dall’era del consumismo. Sono sempre meno le persone che adottano consumi e comportamenti parsimoniosi, anche se le condizioni ambientali ed economiche oggi lo impongono. La cosa diventa ancora più rilevante dal punto di vista etico e sociale se si pensa che all’incredibile spreco del mondo occidentale e sviluppato si contrappone la condizione di molti Paesi del Sud del mondo dove ancora oggi si muore per fame o sete. Uno dei settori dove lo spreco assume dimensioni rilevanti è quello della ristorazione collettiva, basta pensare ad esempio che finisce nella spazzatura quasi la metà dei pasti che il Servizio Sanitario Nazionale fornisce ai pazienti ricoverati negli ospedali. Un problema quello dello spreco che, anche se in numeri minori riguarda pure la ristorazione scolastica, in cui le mense delle scuole si trovano quotidianamente a dover buttare alimenti e cibi.

Ilario Perotto, presidente dell’Angem, Associazione nazionale delle aziende per la ristorazione collettiva aderenti alla Fipe, lancia l’allarme dopo aver fatto i conti di quanto costa al SSN mediamente una giornata alimentare di ogni paziente ricoverato. Si parla di 15 euro al giorno che se si moltiplica per le giornate di degenza dei ricoverati nell’anno 2010 presenta un conto totale di oltre un miliardo di euro. Ovviamente è una spesa necessaria e al quale non si può rinunciare ma che nasconde dietro il dato dello spreco: il 45% dei pasti ospedalieri finisce nella pattumiera. Questo ha delle conseguenze non solo sulle casse dello Stato ma anche sulle condizioni nutrizionali dei pazienti, come spesso hanno evidenziato gli esperti. Pare che spesso il motivo del non consumo sia il fatto che per i ricoverati il più delle volte i cibi sono poco graditi.

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