Il 26 gennaio è
stato varato il tanto atteso portale del PDL, uno strumento che dovrà colmare
il gap del partito fondato da Berlusconi con la comunicazione online. I
commenti non si sono fatti attendere, e non tutti sono positivi. Se c’è infatti
chi loda la nuova veste grafica e la presenza di alcune forme di coinvolgimento
(come ad esempio la partecipazione a sondaggi proposti dallo stesso sito),
altri fanno notare la mancanza di uno spazio destinato ad una community o ad un
servizio di domande e risposte. Sembra quindi un portale che non punta ad
incentivare il dibattito e lo scambio di esperienze e idee, ma ad imporre una
linea comunicativa dall’alto, secondo una logica ormai superata.
Per recuperare
visibilità non è sufficiente utilizzare applicazioni innovative, scegliere i
giusti colori o adottare le norme itil (Information
Technology Infrastructure Library) – anche nell’ultima versione itil v3 - per le best
practices nella fornitura dei servizi IT; negli ultimi anni la politica ha
perso consensi in maniera quasi irrecuperabile e non sarà un sito a restituire
il rispetto da parte della collettività. Una delle critiche più incisive, anche
da parte di simpatizzanti del Partito della Libertà, è dovuta alla presenza
nella home page di Silvio Berlusconi; uno che ha fatto sicuramente la storia
della comunicazione, ma soprattutto come volto televisivo, mentre è evidente il
suo scarso feeling con internet.
In fondo creare
un nuovo portale non significa automaticamente creare una nuova classe
politica; tutti i “rottamatori” del centro destra si mettano l’animo in pace,
cambia il look ma non la sostanza.
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