In una società sempre più complessa e burocratizzata esistono tanti luoghi comuni ed abitudini che pur essendo dettati dal buon senso e dalla tradizione non tengono conto dei regolamenti che stato e comunità europea ci impongono in qualsiasi campo.
Il campo dell'alimentazione è sicuramente uno dei settori più colpiti da leggi e burocrazia e non solo nelle importanti regole di produzione ma anche in tante piccole cose del quotidiano come ad esempio la semplice marmellata che ogni mattina molte persone mangiano a colazione spalmata sul pane oppure gustano su una deliziosa crostata oppure come ripieno di fragranti biscottini..
Sicuramente conosci la marmellata, ma lo sai che quasi mai è corretto chiamarla marmellata? Ad esempio la marmellata di albicocche non esiste e neanche la marmellata di more o di fragole. Esiste invece la marmellata di arance o la marmellata di limoni.
Tutto questo è dettato addirittura da una direttiva europea che ci mette a conoscenza del fatto che solo quella a base di agrumi può essere chiamata marmellata mentre tutte quelle fatte con gli altri tipi di frutta devono essere chiamate confetture.
Ma non finisce qui la direttiva ci spiega anche che la marmellata deve avere una percentuale di frutta almeno del 20%, la confettura almeno del 35% e la confettura extra almeno del 45%.
Chi si occupa di gastronomia queste cose le sa già ma la stragrande maggioranza delle persone commette un peccato mortale quando dice marmellata di fichi o marmellata di more anzichè confettura di fichi e confettura di more.
Mi raccomando ditelo anche alla nonna che, se dopo avervi preparato con tanto amore e passione una bella marmellata di frutta, dopo averla messa nei vasetti, e dopo averla sterilizzata scrive sull’etichetta marmellata di albicocche anziché confettura di albicocche infrange le regole della comunità europea.
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