Dopo un periodo di relativa ed apparente calma a Napoli è riscoppiata la crisi dei rifiuti che hanno nuovamente invaso le strade e le piazze del capoluogo campano. Un’emergenza, quindi, che si ripropone e che pare sempre lontana da una definitiva soluzione.
Ma come mai la gestione dei rifiuti sembra essere così complicata soprattutto per l’amministrazione partenopea? E soprattutto quali sono i nuovi orizzonti che adesso si aprono per cercare di approdare ad una soluzione effettiva?
Cerchiamo, quindi, di capire quali sono le soluzioni fattibili e quali i pro e i contro delle possibili alternative.
TERMOVALORIZZATORI: Un termovalorizzatore è sostanzialmente un inceneritore di rifiuti capace di sfruttare il contenuto calorico dei rifiuti per produrre calore, riscaldare acqua e generare energia elettrica. A differenziarlo, quindi, dai vecchi inceneritori è appunto la capacità di non limitarsi alla sola combustione dei rifiuti, ma di produrre energia dalle sostanze di scarto, eliminando allo stesso tempo il problema. Nonostante ciò anche i termovalorizzatori non sono totalmente “ecologici”, visto che anche questi strumenti non riescono ad evitare l’emissione di diossina nell’atmosfera circostante. Probabilmente è proprio questo aspetto che spinge le comunità a non accettare questo tipo di impianti che, nonostante tutto, sembrano essere tra le migliori soluzioni per il problema rifiuti. Non a caso l’uso dei termovalorizzatori è molto diffuso in Europa, dove si contano circa 300 impianti con punte massime in paesi come la Svezia, la Danimarca, l’Olanda, la Germania e la Francia, ma anche in paesi extra-europei come gli Stati Uniti, il Canada e il Giappone.
Ritornando a casa nostra, e precisamente in Campania, da sempre la punta di un problema molto più diffuso, l’utilizzo dei termovalorizzatori non ha mai avuto vita semplice, visto che il primo termovalorizzatore è stato impiantato, dopo tante polemiche, soltanto nel marzo del 2009. Nonostante le difficoltà il recente problema rifiuti riesploso nel capoluogo campano ha spinto la giunta comunale di Napoli ad approvare un protocollo di intesa con il quale si prevede la realizzazione di un termovalorizzatore nell’area di Napoli est, così come previsto dall’accordo di programma sottoscritto dal sottosegretario Guido Bertolaso ed Asia, l’azienda incaricata a Napoli della raccolta dei rifiuti. Con questa intesa, in sostanza, la Regione si è impegnata a trasferire al Comune le aree sulle quali si dovrà realizzare l’impianto.
A Napoli si cerca quindi di aprire una nuova pagina,come ha voluto sottolineare il presidente della Provincia, Luigi Cesaro, che ha anche annunciato la presentazione del piano industriale del ciclo integrato dei rifiuti, ribadendo, insieme al Governatore Stefano Caldoro, che il nuovo termovalorizzatore sarà aperto al massimo tra un mese. I vertici partenopei intanto invocano l’appoggio delle altre Province, come ad esempio Caserta, alle quali dovrebbe essere assegnata solo la frazione già biostabilizzata dei materiali.
Non si placano tuttavia le polemiche, come ad esempio quella del presidente del Parco Nazionale del Vesuvio, Ugo Leone, che esprime dubbi circa la nascita di una seconda discarica in località Terzigno.
Ufficio Stampa
Maia Design
per Chimicionline.it
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