lunedì 23 aprile 2012

La risonanza del lindore


Abbiamo sempre avuto una punta d’invidia, in quanto italiani, per quei paesini in Austria, Germania, Svizzera, dove tutto è lindo e grazioso, dove nessuno si sogna di gettare qualcosa in terra, dove i pedoni possono davvero attraversare sicuri sulle strisce pedonali. È la mentalità degli abitanti che si riflette sull’aspetto ordinato della città? Sicuramente, ma può valere anche il percorso inverso: un ambiente pulito e bello fa stare meglio le persone e le incoraggia a non sporcare o rovinare i luoghi pubblici.
Fortunatamente la differenza rispetto ai paesi tedescofoni non è più così marcata come una ventina d’anni fa, quando sembrava davvero di essere su di un altro pianeta, ora molte amministrazioni comunali curano l’aspetto di strade e piazze ingentilendole con fioriere in cemento o legno e disseminando il territorio di cestini raccolta rifiuti, che tolgono scuse a chi non ama preoccuparsi di dove gettare mozziconi di sigaretta e cartacce varie.
È vero che il grado di pulizia delle città misura il senso civico della loro popolazione, che finalmente si sta sviluppando presso gli italiani (peccato, però, che sia del tutto assente presso molti dei nuovi arrivati), ma l’innalzamento del livello di civiltà di un popolo passa sicuramente anche per l’educazione al bello; non si tratta (ma sarebbe bello che si trattasse anche di questo) di insegnare ad apprezzare le opere d’arte, ma di creare un contesto, anche a semplice livello urbano, nel quale la gentilezza dell’ambiente aiuti a far risuonare le corde più gentili dell’animo umano.

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