Abbiamo sempre avuto una punta d’invidia, in quanto
italiani, per quei paesini in Austria, Germania, Svizzera, dove tutto è lindo e
grazioso, dove nessuno si sogna di gettare qualcosa in terra, dove i pedoni
possono davvero attraversare sicuri sulle strisce pedonali. È la mentalità
degli abitanti che si riflette sull’aspetto ordinato della città? Sicuramente,
ma può valere anche il percorso inverso: un ambiente pulito e bello fa stare
meglio le persone e le incoraggia a non sporcare o rovinare i luoghi pubblici.
Fortunatamente la differenza rispetto ai paesi
tedescofoni non è più così marcata come una ventina d’anni fa, quando sembrava
davvero di essere su di un altro pianeta, ora molte amministrazioni comunali
curano l’aspetto di strade e piazze ingentilendole con fioriere in
cemento o legno e disseminando il territorio di cestini
raccolta rifiuti, che tolgono scuse a chi non ama preoccuparsi di dove
gettare mozziconi di sigaretta e cartacce varie.
È vero che il grado di pulizia delle città misura il
senso civico della loro popolazione, che finalmente si sta sviluppando presso
gli italiani (peccato, però, che sia del tutto assente presso molti dei nuovi
arrivati), ma l’innalzamento del livello di civiltà di un popolo passa
sicuramente anche per l’educazione al bello; non si tratta (ma sarebbe bello
che si trattasse anche di questo) di insegnare ad apprezzare le opere d’arte,
ma di creare un contesto, anche a semplice livello urbano, nel quale la
gentilezza dell’ambiente aiuti a far risuonare le corde più gentili dell’animo
umano.
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