Come si può soddisfare il
fabbisogno alimentare mondiale senza compromettere lo stato di salute del nostro
pianeta? Questa è una domanda alla quale da tempo si cerca di dare una
risposta, l’ultima in ordine temporale arriva da una ricerca pubblicata sulla
rivista “Nature” e realizzata da ricercatori e scienziati americani e canadesi.
Lo studio indica come migliore soluzione la definizione di un sistema ibrido di
agricoltura che riesca a mettere insieme le peculiarità di quella biologica con
quelle dell’agricoltura tradizionale. Oggi i prodotti
da agricoltura biologica rappresentano un terzo dei prodotti che derivano
da altri tipi di colture. Così la soluzione ibrida è stata indicata come la più
adatta per soddisfare il fabbisogno della popolazione mondiale senza
compromettere l’ecosistema.
Il perché serva un sistema d’agricoltura
ibrido è spiegato dal fatto che l’agricoltura biologica, che consente di
ottenere prodotti genuini grazie al fatto di non utilizzare pesticidi e
fertilizzanti chimici nel processo di coltivazione, richiede però delle fasce
di terreno particolarmente ampie per ottenere lo stesso quantitativo di
prodotti dell’agricoltura convenzionale. In pratica l’agricoltura bio
diminuisce la resa agricola di un’area, sacrificando così del terreno che è
parte di foreste o zone naturale, senza che si sappiano ancora gli effetti di
impatto ambientale di questa “sottrazione” in nome del biologico. I ricercatori
sottolineano come non bisogna arrivare a una scelta semplicistica tra
l’agricoltura biologica e quella convenzionale, una non esclude l’altra e per
ottimizzare la produzione agricola complessiva serve attingere da entrambi i
metodi prendendo il meglio da una e dall’altra.
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