Quando il
Governo Monti ha preso in mano le redini del paese, c’è stato un lungo e
partecipato dibattito per stabilire quale parte dovessero avere gli italiani
nelle attività di ripresa economica: alcuni auspicavano un contributo extra da
parte dei proprietari di grandi ricchezze, altri ritenevano più giusto
suddividere in modo equo l’impegno e il contributo di tutti. Alla fine la
spuntarono i contrari ad una vera patrimoniale, che di fatto non è stata
applicata. Così adesso l’Italia si trova ancora di più spezzata in due parti:
da un lato ci sono tantissime famiglie che faticano a trovare i mezzi per
arrivare a fine mese, che non possono comprare casa perché non ottengono mutui
dalle banche e che devono perciò passare in rassegna annunci come “affitto
Iglesias” o “affitto
Vercelli” per trovare soluzioni abitative più economiche. Dall’altra un
esercito di facoltosi “Paperoni” che, superato il rischio di veder intaccato il
proprio patrimonio, ha deciso di aumentare gli investimenti fuori dai confini
nazionali.
Basta guardare
al mercato immobiliare londinese nei primi due mesi del 2012 per rendersene
conto: una nota agenzia inglese ha fatto sapere che, per la prima volta, gli
italiani sono i primi acquirenti immobiliari stranieri nella capitale. Dopo gli
inglesi, che occupano il 40,1% del mercato delle transazioni immobiliari, in classifica
troviamo infatti gli italiani (7,3%), seguiti da russi (7,2%), francesi (5,2%)
e indiani (4,4%).
Le scelte alla
base di questa improvvisa crescita, inaspettata anche per gli stessi inglesi,
sono legate alla volontà di investire al di fuori dell’Eurozona, che attraversa
un momento economico ancora difficile. Per farlo i nostri facoltosi
connazionali non hanno badato a spese: solo l’agenzia immobiliare in questione
ha venduto case ad italiani per una cifra complessiva di 450 milioni di
sterline (540 milioni di euro), con una spesa media di 2 milioni di sterline.
Alla faccia della crisi…
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