In ambito di tutele di beni immobili, spesso e volentieri gli Italiani si affidano ad aziende specializzate nella produzione e installazione dei sistemi di allarme; attualmente sul mercato sono facilmente reperibili alcuni fra i più comuni sistemi di allarme ovvero antifurti senza fili, cablati o antifurti misti.
A volte però per tutelare gli immobili di nostra proprietà un antifurto casa o un antifurto per la nostra azienda non basta; in alcuni casi e purtroppo, per alcune zone precise del nostro Paese, i cittadini e gli imprenditori richiedono una maggiore presenza sul territorio da parte delle Forze dell’Ordine poiché a causa di incrementi demografici, immigrazione non controllata ed insediamenti abusivi, la situazione diventa intollerabile.
Di sovente la risposta dell’Autorità di Pubblica Sicurezza è la stessa, ovvero che non è possibile integrare le ronde dei poliziotti di servizio, poiché mancano i fondi per farlo ed è per questo che i privati che ne hanno la possibilità, scelgono di aggiungere una piccola tutela a guardia delle loro proprietà. Tale tutela si manifesta spesso sotto forma di illuminazione massiccia, recinzioni a prova di intruso e microcamere da esterno nel caso degli immobili industriali e commerciali, in modo da scoraggiare l’intrusione di ladruncoli poco esperti, mentre i privati spesso scelgono a protezione delle proprie abitazioni cani da guardia, telecamere, infrarossi e siepi fitte ed alte che non permettono ai curiosi di studiare la casa.
Per quanto riguarda la protezioni di immobili commerciali o industriali, in occasioni di particolare importanza, le aziende e le società richiedono la presenza di una guardia giurata o di un team di guardie giurate; queste figure professionali, sono cittadini comuni che possiedono però i requisiti necessari al rilascio di un titolo di polizia e che quindi sono autorizzati dallo Stato ai sensi dell’art. 133 del TULPS a prestare un servizio di tutela sia di beni mobili ed immobili che di privati e di enti.
La guardia particolare giurata non può, nell’esercizio delle sue funzioni, tutelare le persone, per le quali è prevista la prerogativa esclusiva dell’Autorità di Pubblica Sicurezza; difficilmente lavorano direttamente presso i privati o le aziende, dato che sono quasi sempre dipendenti diretti di un istituto di vigilanza privata. Queste figure professionali sono uno strumento ideale per chi è alla ricerca di un sistema di sorveglianza efficiente e puntuale, dato che questi “incaricati di pubblico servizio” sono sottoposti ad un rinnovo biennale della licenza, che garantisce quindi un costante monitoraggio dei loro requisiti psicofisici e attitudinali, nonché legali e in virtù del fatto che, grazie alla concessione di “porto di pistola” per difesa personale, sono in grado di scoraggiare buona parte dei malintenzionati.
Da qualche anno si reclama però una riforma nel settore delle vigilanza privata, a causa delle condizioni in cui si trovano ad operare attualmente le guardie giurate; negli ultimi anni infatti numerosi sono stati i giudizi contro le GPG poiché è loro compito stendere verbali in relazione al servizio che svolgono, ma questi, allo stato attuale delle cose, fanno fede in giudizio “fino a prova contraria” e non fino a “querela di falso” come avviene invece per gli agenti di polizia giudiziaria.
Serena Rigato
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